lunedì 6 gennaio 2025

Il Mondo al Contrario - Roberto Vannacci

Tra i più controversi e criticati personaggi pubblici italiani, Roberto Vannacci sale sul palco della notorietà con questo libro dal titolo chiaro e disarmante. Poiché di mondo al contrario possiamo parlare senza alcun dubbio in questi tempi confusi, di vigliacchi, irresponsabili e deprecabili governi della società italiana e globale.


Attaccato da ogni voce mediatica, Vannaci all’improvviso viene menzionato, denigrato, criticato e accusato per ogni parola scritta in questo libro. Divorato dalla curiosità non ho potuto esimermi dalla frenetica lettura. In effetti non è un prodotto di alta letteratura, la critica più argomentata sui quotidiani, ma non credo l’intento fosse di concorrere con gli autori del primo Novecento né di sfidare il gli endecasillabi danteschi. Messo da parte questo inutile giudizio, il libro è scritto in un italiano indubbiamente corretto; sono gli argomenti pungenti e scomodi ad essere indigesti al perbenismo politico, viscido e strumentale al profitto, per molti inaccettabili, minando con “il segreto di pulcinella” le poltrone dei salotti che contano.


Molte opinioni chiaramente personali vengono riprese, ritagliate, decontestualizzate, ampliate o generalizzate ricamandole su nuovi “frame” il tanto che basta per dipingere l’autore come un nazista, fascista, razzista, suprematista bianco, misogino, misantropo e chi più ne ha più ne metta. Proprio questo accanimento ha fatto il gioco dello scrittore, spingendomi a leggerlo, perché le voci altrui non sono il mio metro di giudizio, specie quando la coralità bi-partisan sembra metter tutti d’accordo sul volerlo fuori da qualsiasi gioco politico. Infatti il grande problema emerge non tanto per il libro ma per la “discesa in campo” del generale, che tutto è tranne che un improvvisato. Le sue esperienze fuori dal comune sono mal sopportate soprattutto da chi usa lo scudo della politica per nascondere le proprie incompetenze. Sarà gelosia? A me di certo non interessava mentre scorrevo le pagine.


Gli argomenti trattano tutte le tematiche più scomode e mai risolte delle assurdità italiane ma anche occidentali. In sostanza ogni aspetto ipocrita della società viene messa nero su bianco ma non senza chiare proposte su come agire sui problemi e magari porre una realistica soluzione agli affanni quotidiani del cittadino vittima del sistema. Si passa dal diritto privato al clima, dalle questioni di genere alle insensatezze della woke generation. Come in ogni libro non tutto è condivisibile o comunque personalmente in pochi libri ho avuto una perfetta sovrapposizione di opinioni uguali alle mie, e questo libro non fa eccezione. 


Una cosa mi ha colpito, il novanta per cento dei temi è assolutamente affrontato in modo ragionevole e non irrispettoso. Dai notiziari e dall’accanimento mediatico si percepiva invece che Vannacci avesse oltrepassato i limiti del rispetto e decoro delle persone, violando finanche le libertà altrui. Niente di più lontano dalla realtà. Vannacci è il prodotto della democrazia, una persona senziente che sa scrivere e parlare in quanto cittadino e contribuente con i pieni diritti di esprimere pensieri che non siano condivisi né dalla maggioranza né opposizione ai governi. 


Alla fine vengo a scoprire che il libro, che uno legge una volta e mai più, è sicuramente meglio del miglior Fabio Volo da “primo in classifica” e che lo si può anche regalare per far star male il nostalgico comunista-democratico che si beve tutto quello che vien fuori dalla TV. Vannacci è semplicemente uno dei tanti autori che ha saputo cavalcare il tema del malcontento generale ma con contenuti ben spiegati, sviluppati e conclusi. Di certo non è un libro da esporre con fierezza nella propria libreria ma zittire un personaggio pubblico solo perché scrive di argomenti tabù e sfida i benpensanti ipocriti del paese non mi sembra una giustificazione sufficiente per tutti gli insulti lanciati dai notiziari e testate giornalistiche. 

Alla fine l’accusato di fascismo e populismo viene zittito da mediocri democratici fascisti populisti al soldo delle élite che se ne strafregano di questi argomenti: basta che se magna!

 

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